Progetto

Progetto:  Le donne come elemento della resistenza nella memoria d’Europa
Programma Europe for Citizens della Commissione Europea
Identificativo: 608944-CITIZ-1-2019-1-ES-CITIZ-REMEM
Organizzazione coordinatrice: Asociación para la Recuperación de la Memoria Histórica (ARMH)

Perché la ARMH presenta questo progetto?

La ARMH desidera rafforzare i legami con la società civile dei diversi Paesi membri e far conoscere la lotta e la resistenza delle donne contro il fascismo in Europa. Sulla base di questa volontà pedagogica verranno organizzate diverse attività informative: mostra itinerante, workshop in vari Paesi, raccolta dei risultati finali e sito web europeo della memoria collettiva, per creare una rete di memoria storica europea per diffondere la storia di questa resistenza.

Coordinati dalla ARMH, rappresentanti della società civile e ricercatori universitari dei Paesi membri sono invitati a conferenze per approfondire il ruolo delle donne nella resistenza al fascismo.

L’obiettivo è quello di creare una mappa della memoria della resistenza al fascismo con una solida prospettiva di genere.

Le direttrici del progetto

Il progetto Donne Resistenti si concentra sul contributo del movimento per i diritti delle donne nella costruzione della democrazia in Europa, dando alle donne tutta la visibilità che meritano. Il movimento spazia dalla battaglia per il diritto di voto alle donne (in Spagna nel 1933) alla resistenza delle donne nella lotta contro il fascismo nella Guerra Civile spagnola e nella Seconda Guerra Mondiale. La lotta delle donne è stata complessa: mentre si battevano per i propri diritti rimanevano, anche in situazioni dolorose, impegnate nei loro tradizionali ruoli familiari di madri, mogli o sorelle. Questa condizione ha innegabilmente influenzato le loro decisioni di unirsi alla lotta.

Il Progetto Donne Resistenti intende spiegare come le donne abbiano avuto un ruolo rilevante nella lotta al fascismo: con l’appoggio ai resistenti nella retroguardia, con l’aiuto a ebrei e maquis, facendo da messaggere e partecipando alla battaglia (in Italia, ad esempio, 55.000 donne sono state riconosciute come combattenti partigiane).

Mostra e attività

L’asse principale delle attività proposte per il progetto Donne Resistenti è una mostra itinerante che spiega, in successione cronologica, i diversi contributi delle donne nella lotta contro il fascismo per la costruzione della democrazia in Europa. La mostra tocca diversi Paesi europei: Spagna, Francia, Italia, Germania, Belgio, Croazia e Portogallo. In ogni città, la presentazione della mostra si svolge con membri della ARMH e ricercatori della zona. È nostro interesse, in ogni evento complementare del progetto, privilegiare la conoscenza dei fatti attraverso le testimonianze dirette delle protagoniste della storia (o dei loro parenti).

La mostra è arricchita da conferenze che forniscono una maggiore comprensione del contesto del progetto e da diversi eventi culturali e visite di scolaresche che si concentrano sull’importanza delle donne nella costruzione democratica dell’Europa.

Contesto

Dal 1 aprile 1939 (fine della Guerra Civile spagnola e inizio della dittatura franchista) tutti i progressi che la Seconda Repubblica spagnola aveva fatto per l’uguaglianza delle donne furono bruscamente interrotti attraverso il Boletín Oficial (la Gazzetta Ufficiale).

Il ruolo delle donne, dal 14 aprile 1931 fino al colpo di Stato fascista, diventa di grande importanza nella vita politica e sociale: il 19 novembre 1933 le donne poterono votare in Spagna per la prima volta. Diverse donne avevano raggiunto posizioni di rilievo all’interno del governo promuovendo valori come uguaglianza, democrazia e solidarietà. L’uguaglianza aveva raggiunto i posti di lavoro, le organizzazioni sociali, politiche ed educative (si registrò anche un forte aumento delle insegnanti donne).

Una volta naufragato il colpo di Stato fascista e scoppiata la Guerra Civile, le donne erano tornate a svolgere un ruolo importante, sia al fronte che nelle retrovie. Durante la stessa guerra, migliaia di donne si erano posizionate in trincea e al grido NO PASARÁN! avevano difeso i valori della democrazia, della libertà e dell’antifascismo.

Nei luoghi che l’esercito golpista stava prendendo con la forza, molte donne furono usate come trofeo di guerra. Nonostante tutto, migliaia di loro continuarono a opporre una resistenza democratica e antifascista, creando reti di collegamento.

La fine della guerra civile provocò un forte esilio verso il sud della Francia e da lì nei campi di internamento. Ricordiamo, inoltre, che centinaia di donne furono deportate e molte di loro non fecero ritorno in Spagna, anche a causa della dittatura franchista.

È un obbligo morale ricordare tutte queste donne: democratiche, antifasciste, costituzionaliste, suffragette, educatrici, deportate…

Viviamo in un’epoca in cui la parità e l’uguaglianza incondizionate tra uomini e donne devono essere due dei pilastri fondamentali della convivenza nella nuova Europa. Le donne che vogliamo ricordare con il nostro progetto sono le madri della democrazia di cui godiamo oggi. Alle prime elezioni del Parlamento Europeo del 1979, la rappresentanza femminile costituiva il 16%, percentuale che è salita al 37% nelle elezioni del 2014.

Questa tendenza ci obbliga chiaramente a ricordare la storia di tutte le donne che hanno lottato per la Democrazia e per una rappresentatività ugualitaria.

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